Tra gli interventi che un buon diportista deve obbligatoriamente eseguire per una corretta manutenzione della propria imbarcazione vi sono sicuramente, per la loro importanza, quelli che riguardano il controllo, il rabbocco e la sostituzione del lubrificante del motore.
E’ opinione comune ormai che la maggiore longevità ed affidabilità dei moderni motori a combustione interna sia dovuta alle migliori qualità dei lubrificanti, una prova di ciò è proprio il fatto che tra le principali cause di avarie agli apparati propulsori c’è proprio la scarsa o impropria cura dell’olio.
Proviamo allora ad analizzare i motivi per cui l’olio è così importante.
Innanzitutto per la sua funzione lubrificante, l’olio infatti si interpone fra le superfici dei vari elementi e degli organi meccanici che, in movimento ed in contatto fra loro, generano attrito volvente o radente.
L’olio poi fornisce lo scivolamento, riduce la generazione di calore e nello stesso tempo ne favorisce la dissipazione.
Molto importanti sono poi le funzioni di tenuta, cioè quella capacità di riempire quegli spazi micrometrici che potrebbero provocare altrimenti perdite di compressione, vibrazioni o giochi meccanici, la funzione di pulizia cioè quella capacità di portare via i residui metallici che si creano normalmente durante il periodo di rodaggio e i rifiuti carboniosi, derivanti dalla combustione.
Sempre l’olio esercita poi un’importante azione antiossidante che di fatto, grazie alla sua patina oleosa, isola le superficie dal contatto con l’aria.
Quali sono le qualità che contraddistinguono un buon olio?
Essendo l’olio durante il suo normale utilizzo sottoposto ad un’ampia gamma di temperature, entro le quali deve comunque garantire le sue caratteristiche fisiche, una delle principali caratteristiche da analizzare, per valutare le qualità di un buon olio, è la sua “viscosità”, la capacità cioè di resistenza di un fluido allo scorrimento, ovvero ciò che in pratica garantisce una corretta adesione dell’olio alle superficie che deve proteggere.
Nel cosiddetto olio monogrado essa varia parecchio in relazione del variare della temperatura, al punto da ritrovarsi spesso con un olio troppo “fluido” e perciò poco protettivo con un motore caldo e sotto sforzo e con un olio troppo “colloso” e perciò tendenzialmente bloccante con un motore freddo.
Proprio per far fronte a questa situazione si è inventato l’olio “multigrado”, ovvero un olio capace di far dimenticare l’obsoleta differenza tra olio invernale ed estivo e capace di garantire una migliore viscosità anche con temperature differenti.
Analizziamo adesso le componenti di cui è fatto un olio.
Normalmente un lubrificante destinato ad un motore a combustione interna è costituito da un olio di base e da alcuni additivi in misura che varia dal 10 al 30 per cento.
L’olio di base può essere di origine minerale, semisintetico oppure totalmente sintetico. Pure gli additivi, il cui compito principale è quello di regolare e stabilizzare la viscosità dell’olio di base, possono in realtà essere di varia natura, ovvero minerali, semi-sintetici, sintetici e nano tecnologici.
Come si fa a capire quale sia l’olio che fa per noi?
Bisogna fare come sempre attenzione, poiché purtroppo non tutte le indicazioni presenti sull’etichetta sono sempre esaustive.
Il dato principale è quello della viscosità cinematica, rappresentata dal codice SAE ( society of Automotive Engineers).
La presenza di un solo numero a lato di questa sigla indica chiaramente un olio monogrado, in realtà oggi sempre più in disuso.
Quando invece il codice SAE è seguito da due numeri intervallati dalla lettera W ( winter) si è sicuramente in presenza di un olio multigrado.
Come si legge questa cifra?
Il numero esprime il valore invernale, quindi la viscosità del lubrificante alle basse temperature, mentre il secondo si riferisce alle temperature elevate.
Un’ultima, ma importante specifica è ovviamente quella che indica il tipo di motore al quale l’olio è dedicato: diesel, turbodiesel, 4 tempi o 2 tempi, iniezione diretta ….ecc.
Alcuni consigli ed informazioni per le operazioni di sostituzione dell’olio.
Una corretta manutenzione vorrebbe che il cambio dell’olio venisse fatto almeno una volta all’anno, possibilmente durante la sosta invernale, anche quando si è usato poco la propria imbarcazione, perché altrimenti si ci potrebbe trovare di fronte ad un processo di acidificazione che, a motore fermo, potrebbe ridurre la durata delle guarnizioni. Per questa ragione è sempre meglio effettuare l’invernaggio con olio nuovo che verrà poi usato durante la stagione successiva.
Contemporaneamente al cambio dell’olio, bisogna sempre ricordarsi di cambiare i filtri, elementi molto importanti, che hanno compito di trattenere particelle solide (silice e carbonio) che l’olio asporta dall’interno del motore e che se lasciate libere, con il passare del tempo, potrebbero compromettere l’affidabilità dei componenti.
Per conoscere lo stato dell’olio basta toccarlo e sentire il livello di densità/viscosità. Alla vista deve apparire non troppo scuro, altrimenti potrebbe essere ricco di depositi carboniosi.
Durante la stagione di utilizzo, un ottima abitudine è quella di controllare settimanalmente la quantità di lubrificante presente nel motore con la classica astina graduata. A tal proposito è giusto ricordare che il livello più corretto è indicato nel libretto d’istruzioni con la descrizione del metodo migliore per la misurazione, che ovviamente varia da marca a marca.
Giusto ricordare che a bordo di qualsiasi yacht, oltre all’olio motore, ne esistono almeno altri due fondamentali per il corretto funzionamento dell’imbarcazione, l’olio per l’invertitore e l’olio dei sistemi idraulici.
L’olio per l’invertitore per svolgere la complessa funzione lubrificante, deve possedere alcune proprietà specifiche, per esempio un’elevata stabilità all’ossidazione per lunghi periodi di funzionamento, spiccate caratteristiche antischiuma, per contrastare gli effetti dell’energica agitazione prodotta dagli ingranaggi, un forte effetto antiruggine, per proteggere le superfici metalliche ed una struttura adatta a sopportare le enormi pressioni generate dallo schiacciamento degli ingranaggi.
L’olio destinato ai sistemi idraulici quali timonerie, flaps e trim, il cui compito è quello di trasmettere l’energia meccanica da un punto all’altro dell’impianto di riferimento, è caratterizzato da alcune qualità specifiche come la fluidità, il contenimento dell’attrito, la capacità antiossidante e soprattutto la compatibilità con gli elastomeri che compongono guarnizioni e i flessibili del circuito, punto questo molto importante poiché da esso dipende l’insorgere o meno delle perdite di pressione e delle rotture.
In conclusione è giusto inoltre ricordare che l’olio esausto e gli stessi filtri sono estremamente inquinanti e che per tale ragione devono essere smaltiti seguendo regole ben precise. Ecco perché un consiglio fondamentale è quello di rivolgersi sempre a centri specializzati che possano non solo garantire un corretta manutenzione per la vostra imbarcazione, ma che contemporaneamente possano provvedere a smaltire questi materiali nel rispetto delle regole e dell’ambiente