In tempi di crisi parlare di barche potrebbe essere come parlare di Acqua Santa col Diavolo!
Ebbene, se volessimo per un breve momento esaminare in modo analitico alcuni aspetti macroeconomici, noteremo che paradossalmente nel ultimo anno il possesso di una barca è costato meno di un investimento in borsa o in alcuni titoli obbligazionari.
Con ciò lungi da noi affermare che la barca rappresenti il miglior investimento da farsi, se non rapportato ad un miglioramento di qualità di vita.
Partiamo dal presupposto che la barca rappresenta un mezzo per migliorare la vita e guai se non lo fosse. In sostanza, questo piacere di vita deve poter essere valutato anche in termini economici. Ecco perché il relativo costo può essere giustificabile.
Di questi tempi il valore dato ai propri investimenti assume una rilevanza più importante; il dedicarne parte alla propria qualità di vita non è solo una ragionevole diversificazione del proprio rischio, ma assume un rilievo maggiore laddove venga ottenuta la consapevolezza di aver speso il giusto o fatto un affare o comprato qualcosa con un ottimo rapporto qualità prezzo. Per migliorare il rapporto costo/utilizzo/piacere è importante acquistare bene. Questo è il caso di BAVARIA, dove l’obiettivo viene centrato con imbarcazioni che, comparate ad altri competitor, non trovano uguali. M3 SERVIZI NAUTICI migliora il tale rapporto con il suo rinomato allestimento M3Line e la sua reputazione di serietà nel mercato.
Il concetto riflesso nel mondo della finanza si chiama “BUY ON DEEP”: questa è la migliore finestra temporale per comprare. La più grande incognita per un professionista è capire quando si verifichino le condizioni più favorevoli: non esiste un “deep” assoluto, ma bisogna ogni volta inserirlo in un contesto di relativismo. Ecco la ns. analisi secondo la quale OGGI ci troviamo nella migliore condizione per comprare un’imbarcazione:
Cantieri e distributori, finita la stagione estiva e superato il Salone Nautico di Genova, si trovano a dover pianificare budget di produzione/vendite e sui primi numeri da realizzare si trovano ben disposti a fare qualche piccolo sacrificio in più pur di mettere in portafoglio i primi ordini.
L’incertezza e la crisi portano ad ampliare l’offerta e di conseguenza l’ottenimento di condizioni che in altri tempi non erano disponibili.
Le materie prime, nell’ultimo lustro, hanno registrato un incremento a due cifre, soprattutto i derivati del petrolio, tra cui la resina (componente più rilevante in un imbarcazione). Attualmente i listini non hanno ancora assorbito questi aumenti.
Nello stesso periodo preso in considerazione, l’inflazione capitalizzata, secondo i dati ISTAT, è stata superiore al 10%, mentre i listini vedono cambiamenti decisamente più contenuti.
In periodo di crisi si manifesta una diminuzione della domanda le cui conseguenze si riversano nella produzione e dunque sul fatturato. Se però i costi variabili sono direttamente proporzionali alle vendite (e quindi alla produzione) ciò non è vero per quei costi fissi che sono indipendenti dalla quantità prodotta. Questi dovranno essere spalmati su un fatturato inferiore e di fatto sarà necessario un aumento della redditività pro-unità con un aumento del costo finale del bene. Ancora una volta i listini non corrispondono alla realtà: i numeri sono calati, ma i prezzi sono rimasti invariati. Pena una rovinosa gestione in perdita, i cantieri dovranno prendere i giusti provvedimenti.
I produttori stanno sicuramente soffrendo una realtà in cui i listini sono rimasti indietro rispetto all’evolversi della struttura costo. Ma la situazione contingente di mercato non permette cambiamenti sostanziali, oggi. Niente di meglio per il cliente finale che, pur facente parte integrante di un sistema che lo coinvolge per altri versi, ha la consapevolezza di comprare usufruendo del concetto “BUY ON DEEP”, spinto forse da un’indole speculativa, data dalla certezza che quando il mercato dimostrerà segni di ripresa, saranno garantiti gli aumenti di listini per andare a riscuotere il prezzo di anni di sacrifici.