Si è parlato molto di Redditest e Redditometro, ma cosa sono realmente?
Il Redditest consiste in un software disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate ‐www.agenziaentrate.gov.it ‐ finalizzato a orientare il contribuente in vista della compilazione della dichiarazione dei redditi.
Il software, scaricabile cliccando qui, si basa sul calcolo della congruità del reddito dichiarato ed è misurato su base familiare. Basato su 100 possibili indicatori di spesa, suddivisi in sette categorie, tiene conto della composizione del nucleo familiare e del luogo di residenza.
Parlando di nautica, tra gli indicatori di spesa relativi alla categoria “mezzi di trasporto” è richiesta l’indicazione della lunghezza della barca (se superiore a 3 metri), della tipologia “vela” o “motore”, delle spese di assicurazione e della eventuale rata di leasing. Il tutto nel massimo del riserbo in quanto, una volta scaricato il software sul proprio pc, questo lavorerà offline impedendo la trasmissione di dati sensibili ad altri. I risultati, dunque, non verranno acquisiti dall’amministrazione e potranno essere ottenuti usando anche un nome di fantasia.
Il software anticipa il Redditometro che dal 1° Gennaio 2013, questo sì vero e proprio strumento di accertamento utilizzato dalle Agenzie delle Entrate.
Ma cosa è cambiato realmente per il mondo della nautica? La novità consiste nella scomparsa del coefficiente per il quale precedentemente veniva moltiplicato il valore forfettariamente presunto della unità da diporto. I criteri di valutazione dell’Agenzia delle Entrate con l’introduzione del redditometro, cambiano radicalmente e non si basano più su presunzioni originate dall’applicazione di coefficienti, bensì su dati certi ovvero le spese sostenute, costi calcolati su base reale grazie all’interazione con UCINA.
In sostanza, non sarà più importante “come” si spende, bensì “quanto” si spende e quindi l’attenzione non sarà più sul bene comprato ma se sulla base del proprio reddito, tolte le spese correnti, ci si è potuta permettere quella cifra. Addio quindi all’odiosa imputazione calcolata esclusivamente in base alla lunghezza della barca, senza neanche la distinzione tra barca nuova e usata.
In definitiva non importa se il proprio reddito non è congruo al valore della barca, ma conta la coerenza fra reddito e spese di manutenzione effettuate.
Il valore di acquisto della barca, inoltre, adesso pesa allo stesso modo della medesima spesa effettuata per un immobile ed è valutato al netto di eventuali smobilizzi (dalla vendita dell’appartamento al ricavato dalla dismissione della vecchia imbarcazione). Conseguentemente, il costo della rata del leasing finisce fra le altre spese fisse, al pari del canone di locazione di un immobile, ed è parimenti trattata. Nel caso specifico della barca, si aggiungono le spese per la sua manutenzione. Cosa vuol dire? L’imbarcazione posseduta non sarà più considerata come un bene elitario o per lo meno alla pari del possedimento di un camper.
Ora che finalmente gli armatori non sono più indicati come ricchi evasori di tasse, si può tornare al vero fondamento della nautica: la passione per questo settore!